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L’olio d’oliva è un prodotto che si può dire intrinsecamente sostenibile.
Ripercorrendo le fasi della sua produzione a partire dall’origine, si scopre che la pianta di ulivo presenta un fabbisogno idrico molto minore rispetto ad altre colture, un’elevata efficienza nell’ utilizzo dell’acqua e un’incredibile capacità di assorbimento e stoccaggio di CO2, rivelandosi un potenziale solido alleato contro i cambiamenti climatici.
Si stima, addirittura, che l’olivicoltura possa sequestrare fino a sei volte la quota di CO2 emessa.
In Italia, inoltre, i sistemi di coltivazione sono per lo più ascrivibili a un’olivicoltura tradizionale, caratterizzata dall’applicare tecniche a basso impatto ambientale che prevedono un utilizzo moderato di prodotti chimici, una bassa intensità d’impianto e un livello di meccanizzazione contenuto.
Queste piantagioni esercitano così un ruolo strategico nella conservazione del suolo, contrastando desertificazione e dilavamento. Esse sono espressione di un grande valore sia naturale, poiché bacino notevole di biodiversità, sia socio-economico, poiché importante fonte di occupazione in molte aree rurali e di attrazione turistica, in quanto simbolo paesaggistico delle nostre terre, soprattutto nel caso degli oliveti secolari.
L’olio di oliva è inoltre espressione di punta della qualità del Made in Italy, alimento cardine della dieta mediterranea e simbolo di tutti quei valori legati al benessere e alla qualità della vita ad essa associati, grazie alle sue proprietà benefiche per la salute. È importante sottolineare che quando si parla di sostenibilità, si intersecano sistematicamente tre dimensioni: ambientale, sociale ed economica.
L’olivicoltura è in grado di generare impatti positivi sull’ambiente naturale e sul territorio in cui è situata.
La pianta d’olivo, ha un’incredibile capacità di assorbimento e stoccaggio di CO2. Se produrre un litro di olio d’oliva comporta l’emissione in atmosfera di 1,5kg CO2, l’adozione di importanti pratiche agronomiche permette all’oliveto di sequestrare circa 11,5kg di CO2 nel terreno. Inoltre, è una coltura in grado di adattarsi all’interno di ecosistemi molto diversi, come quelli delle diverse aree geografiche italiane in cui sono coltivate ben 538 cultivar diverse che rappresentano il 40% di tutte quelle conosciute a livello globale, e costituisce un patrimonio ambientale di biodiversità, sociale, culturale, e turistico di grande valore.
Nata Terra segue metodi di coltivazione di agricoltura biologica che vietano l’impiego di prodotti chimici di sintesi e di concimi a forte impatto ambientale, permettendo così di preservare la qualità del suolo e delle acque e basse emissioni di CO2 per la produzione. Gli oliveti non vengono arati e perciò i mezzi meccanici vengono impiegati solo per la trinciatura dell’erba. Gli olivi hanno un fabbisogno idrico ridotto, non irrighiamo i terreni e perciò non intacchiamo sulle riserve idriche del nostro territorio. Tutelare il suolo vuol dire tutelare la biodiversità che contiene e di biodiversità si tratta anche quando parliamo di cultivar autoctone, i nostri oliveti specie i centenari sono stati recuperati dall’abbandono, ripristinando i terreni che li occupano e tutelando di fatto il paesaggio che li ospita.
Una pratica adottata da Nata Terra è l’implementazione di progetti di economia circolare nei processi di produzione come ad esempio la gestione sostenibile dei prodotti di scarto della produzione, infatti Nata Terra reintroduce le acque reflue di vegetazione e le sanse ottenute dal ciclo produttivo, sotto forma di fertilizzanti naturali nei suoli agricoli.
I nostri packaging utilizzano solo carte provenienti da fonti gestite in maniera sostenibile e sono stati utilizzati inchiostri vegetali per la stampa.
L’energia utilizzata in azienda è acquistata da un fornitore che la produce esclusivamente da fonti rinnovabili.
Il frantoio di ultima generazione non solo ci permette di produrre olio extravergine di oliva di altissima qualità ma è ottimizzato per avere bassi consumi. La lavorazione dell’olio extra vergine di oliva avviene con filtri compostabili.
Questa macroarea fa riferimento agli interventi e alle iniziative associate direttamente al prodotto offerto e quindi al consumatore che lo acquista. La sostenibilità sociale e ambientale sono elementi che negli ultimi anni, specie dopo la pandemia Covid 19, stanno orientando gli acquisti dei consumatori, Infatti, durante il lockdown il 30% delle persone ha acquistato con maggior frequenza i prodotti biologici, il 20% ha preferito cibi prodotti con metodi a basso impatto ambientale (Repost Coop del 2020), non solo, il consumatore chiede garanzie circa la sicurezza della qualità e dell’origine dei prodotti attraverso informazioni chiare in etichetta, analisi, certificazioni o addirittura strumenti di tracciabilità della filiera (ad esempio, l’uso della tecnologia blockchain).
Nata Terra mette in campo significative azioni di intervento classificabili in quest’area riguardano le iniziative di educazione del consumatore sui temi della sana alimentazione e le proprietà nutrizionali dell’olio.
Giornate di incontro sono spesso organizzate con le famiglie e i bambini degli asili della Cooperativa sociale Osiride, casa madre del progetto Nata Terra.
Attraverso collaborazioni generate dalla rete sociale: Comitato Don Diana, Libera contro le mafie, Slow Food, che abbiamo costruito nel tempo, spesso siamo coinvolti o promotori di iniziative volte a sensibilizzare ragazzi o adulti sulle produzioni sostenibili, l’agricoltura sociale , la legalità e la cultura dell’olio extravergine di oliva.
Il concetto di sostenibilità aziendale coinvolge in modo interconnesso tre ambiti: ambientale, economico e sociale.
Nonostante questa visione sia più che consolidata a livello teorico e sempre presente nei più importanti documenti stilati a livello internazionale, la questione dell’impatto sociale è rimasta per molto tempo ai margini del dibattito e dell’attenzione dell’opinione pubblica rispetto ai temi ambientali e risulta ancora frequente la sovrapposizione tra il concetto generale di sostenibilità e quello di sostenibilità ambientale. L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Covid-19 ha però velocemente cambiando la situazione, accelerando la presa di consapevolezza dell’importanza della sostenibilità sociale anche all’interno del mondo imprenditoriale.
Nata Terra come realtà di agricoltura sociale aderisce a progetti di formazione e sviluppo destinate a persone fragili da inserire temporaneamente o in maniera più prolungata in azienda. Spesso i nostri progetti per la promozione della diversità e l’inclusione sono sostenuti da importanti fondazioni o fondi europei.
In questa area rientrano tutte quelle iniziative legate al supporto e alla tutela della comunità e del territorio in cui le aziende operano, tra cui: sponsorizzazioni culturali e sportive, contributi ad associazioni del territorio, sviluppo di partnership sociali, promozione di progetti per le scuole, devoluzione di fondi per la ricerca.
Nata Terra nasce in un territorio martoriato da economie criminali e sfruttamento intensivo dei terreni, recuperando di migliaia di piante che coltiviamo utilizzando metodi di Agricoltura Biologica. Parte di questi erano oliveti secolari abbandonati con cultivar autoctone; perciò, abbiamo studiato insieme al nostro agronomo delle azioni di tutela che si vanno ad affiancare alle normali pratiche di coltivazione. Al nostro terzo anno di vita siamo entrati a far parte del progetto di presidio Slow Food dell’Olio extra vergine di Oliva con il nostro mono-varietale di Sessana Fruttato Intenso Nata Terra. Slow Food è un’associazione internazionale, nata in Italia più di trenta anni fa che promuove un cibo buono, sano e sostenibile per tutti.
Spesso Nata Terra tesse progetti in rete con altre associazioni a supporto di associazioni più piccole, ad esempio per Pasqua abbiamo sviluppato una confezione che vedeva insieme il nostro olio evo con dei cioccolati all’olio di oliva realizzati dai ragazzi della cioccolateria Dulcis in Fundo progetto della Cooperativa sociale Davar e parte del ricavato è stato devoluto all’Associazione Un mondo Blu Onlus costituita da genitori di adulti affetti da autismo.
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Valle del Garigliano
81030 Cellole, Caserta
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Nata Terra è un progetto di agricoltura sociale della Cooperativa Sociale Osiride che è parte del consorzio NCO Nuova Cooperazione Organizzata e Consorzio Parsifal