Il mediterraneo finisce dove non crescono più olivi

Le origini della pianta di olivo sono sicuramente da ricercare nel Mediterraneo Orientale. In Siria l’olivo selvatico spontaneo è diffuso sin dall’antichità formando delle foreste sulla costa meridionale dell’Asia Minore. Le prime testimonianze che ci sono arrivate grazie a ritrovamenti archeologici, arrivano da diversi scavi sul terriotorio della bassa Galilea in Israele. Un team di ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme e dell’Autorità israeliana, analizzando il contenuto di frammenti di ceramica rinvenuti all’interno dello scavo è stata ritrovata la prima traccia di olio risalente al 5800 a.C..

In verde l’areale storico della coltivazione dell’olivo.

Il mediterraneo finisce dove non crescono più olivi.
Georges Duhamel, scrittore francese (1884-1966)

Le prime produzioni di olio di olivo
La parola “olio” ha un’origine molto antica, esattamente come il suo significato, proveniente dalla parola greca “elaia” che sta’ ad indicare proprio l’oliva. Le olive venivano lavate e denocciolate, poi si spremeva la polpa in canestri e la si sciacquava con acqua. Si lasciava che l’olio si separasse e lo filtravano almeno due volte, per finiere lo mettevano in grandi vasche.

L’olivo come patrimonio del mediterraneo
Ad oggi i paesi che affacciano sul mediterraneo hanno un enorme patrimonio genetico, una notevole produzione e piante di età millenaria. Nel solo Mediterraneo ci sono più di 1000 tipi genetici di olivo. La propagazione vegetativa circoscritta nei singoli territori per centinaia di anni ha determinato l’evoluzione di un numero elevato di ecotipi e cultivar. Solo in Italia sono presenti circa 600 tipi genetici.
Immortale, è la definizione appropriata per una pianta che ha la capacità di sopravvivere in ambienti difficili ed ostili e che, ancora oggi, caratterizza fortemente i nostri paesaggi.

Paseggio Marocchino con uliveti.

L’Olio extra vergine di oliva protagonista a tavola
L’olio è alla base della cucina mediterranea e il suo successo nei secoli ha portato ricchezza e prosperità ai popoli che ne hanno adottato le coltivazioni. Un prodotto che Omero pensò di definire “oro liquido”, un nome così evocativo che fa comprendere appieno il suo grande valore. In ambito culinario resta il re della tavola, i suoi molteplici impieghi, dai condimenti alle cotture, rendono i nostri piatti decisamente più ricchi. Nata Terra produce tre diverse tipologie di olio extra vergine di oliva ognuna consigliata per diverse ricette, il piccante e l’amaro e i diversi sentori vanno a equilibrare o ad esaltare le caratteristiche del singolo elemento della pietanza.

I consigli di Nata Terra
Già Plinio nel libro Naturalis historia del 79d.C. osservava che l’olio al contrario del vino, non migliorava invecchiando. Oltre a consumare l’olio in un periodo quanto più vicino alla sua produzione, il nostro consiglio e fare molta attenzione alla conservazione, il vero nemico dell’olio è l’ossigeno ecco perchè una volta acquistate le latte è bene conservarle in contenutori più piccoli diminuendo la superfice di contatto con l’aria.